Procedure di restauro
Il restauro degli organi a canne antichi, da alcuni definiti “monumenti sonori”, è attività ad alta specializzazione, che richiede conoscenze specifiche, abilità e che investe molti settori: l’intervento su materiali lignei e metallici, su meccanismi complessi e, ovviamente, sulle canne e sul suono che esse producono.
Ogni strumento rappresenta un caso unico, che deve essere studiato nelle sue caratteristiche tecniche e foniche, nelle stratificazioni intervenute nel corso della sua storia. La documentazione d’archivio, ove presente, è sempre di grande aiuto per la corretta interpretazione dell’opera.
Le parti dello strumento, anche se molto danneggiate dai tarli, dall’usura, corrosione o vandalismo, devono essere perfettamente restaurate e rese funzionanti, conservandone l’originalità.
Il processo di restauro rappresenta anche un’opportunità unica e irripetibile per ricavare informazioni importanti sulle tecniche costruttive degli autori antichi: solo quando l’organo è smontato si possono analizzare in dettaglio molti elementi altrimenti nascosti. Anche per questa ragione, la documentazione diventa una priorità.
La documentazione
La documentazione prodotta dai Fratelli Ruffatti per ogni opera di restauro comprende sempre l’inventario completo delle canne con descrizione e rilievo di misure, l’analisi computerizzata dei suoni, una relazione tecnica dettagliata spesso contenente rilievi grafici, una completa documentazione fotografica. La ricerca è condotta con le tecnologie e le attrezzature più avanzate.
Esempio di scheda di inventario delle canne
Tecniche di intervento
La documentazione non è fatta unicamente per esigenze di studio. Alcune parti, come i somieri, sono molto complesse. Per poter essere restaurate in modo accurato devono essere smontate. Durante questo processo grande attenzione viene posta nel documentare ogni possibile dettaglio in modo da poter riprodurre le tecniche di lavorazione originali più fedelmente possibile in fase di rimontaggio. Questo vale in particolare per le parti deperibili, come i pellami, che devono essere sostituiti. Allo smontaggio si rilevano le dimensioni e la posizione esatta di tutti questi elementi, in modo da riprodurre le stesse condizioni al rimontaggio, perpetuando la prassi dell’autore. |
La foto a lato costituisce un buon esempio di come i Fratelli Ruffatti pongano la massima cura nel preservare le condizioni di ritrovamento. I chiodi in ferro per il fissaggio delle coperte dei somieri sono forgiati a mano e sono tutti diversi l’uno dall’altro. Alla loro rimozione vengono inseriti su panelli forati che consentono di “registrare” la loro posizione sul somiere, in modo che, al rimontaggio, ciascuno possa essere ricollocato nella sede originaria. |
Viene data la massima attenzione anche a particolari minuti, a torto spesso ritenuti marginali. E’ il caso di questi borsini in pelle di agnello, riprodotti in modo fedele al modello originale mediante la cucitura manuale dei bordi.
Il restauro ligneo
Ancor prima di esperire qualsiasi tentativo di consolidamento e restauro ligneo, è essenziale eseguire una disinfestazione efficace. Situazioni di particolare gravità richiedono un trattamento altamente sofisticato. Nel 2004 la Fratelli Ruffatti ha introdotto per la prima volta nel restauro degli organi antichi una tecnica sino ad allora applicata in scala minore su libri o sculture lignee.
Tutte le parti in legno dello strumento sono collocate all’interno di un involucro di speciale materiale plastico, sigillato con termosaldatura. L’aria viene estratta e sostituita con azoto. Il contenuto di ossigeno viene ridotto a un livello inferiore all’uno per cento. Il materiale viene mantenuto in questo ambiente per oltre un mese, costantemente monitorato da sonde collegate a un computer. Dopo tutto questo, il legno è trattato con un liquido a base di permetrina, che lo rende velenoso per i parassiti. Questa sostanza è neutra, non provoca alterazioni nella colorazione e non lascia residui oleosi. |
Il restauro ligneo costituisce una parte importante di qualsiasi intervento. I tarli possono disintegrare totalmente o danneggiare seriamente il legno. Il nostro intento è sempre quello di conservare al massimo possibile le parti originali, spesso anche quando sono ridotte alla consistenza di una spugna. Dopo che il legno è stato consolidato, operiamo le integrazioni necessarie con materiale omogeneo e provvediamo alla stuccatura dei fori. Si opera quindi l’impermeabilizzazione delle canalizzazioni d’aria con colla animale a caldo. Le parti antiche vengono così conservate a beneficio delle future generazioni e restituite alla loro funzionalità.
Tastiere anche gravemente compromesse sono integrate nelle parti perdute e rese perfettamente funzionanti. Un buon esempio è costituito dalla tastiera cinquecentesca dell’organo nella Cappella di San Giovanni, Co-Cattedrale di Valletta, lo strumento più antico dello Stato maltese. Gravemente danneggiata da tarli e vandalismo, depauperata della maggior parte delle coperture in avorio, è stata completata dai Fratelli Ruffatti e resa perfettamente funzionante attraverso un paziente lavoro.
Se la tastiera originale è mancante, spesso si decide di ricostruire una tastiera nuova in copia, ricavando le informazioni da strumenti dello stesso autore. In tal caso i Fratelli Ruffatti riproducono fedelmente anche i dettagli più minuti. Questa tastiera è stata ricostruita per l’organo della chiesa parrocchiale di Lion (Padova). Si tratta di uno dei pochissimi organi sopravvissuti di Girolamo Zavarise, costruito fra il 1790 e il 1791.
Il restauro delle canne
Non è inconsueto, in un restauro, trovare canne danneggiate da azione di vandali: pestate, rotte, attorcigliate. Per i Fratelli Ruffatti nulla è irrestaurabile. Con la massima cura provvediamo a ridare la forma originale anche alle canne più manomesse, risaldandole dove sono spezzate, allo stesso tempo rispettando al massimo i loro parametri originali. Le canne nelle foto appartengono all’organo della Cattedrale di Cervia, costruito da Giuseppe Cipriani nel 1840.
Un buon esempio della grande cura nel restauro anche in condizioni estreme è offerto dalle canne di facciata dell’organo della Co-Cattedrale di Valletta, Malta, costruito nel 1579 e attribuito a Raffaele La Valle di Palermo. La corrosione dello stagno era molto avanzata e il restauro sembrava un’impresa impossibile.
Le canne cinquecentesche dell’organo maltese, prima e dopo l’intervento.
Sull’argomento, vedi anche: |
Il ripristino delle sonorità degli organi antichi spesso impone la ricostruzione di interi registri di canne eliminati in epoche passate. La ricostruzione viene fatta in copia, secondo le metodologie originali. Nel breve video che segue possiamo apprezzare il procedimento di stampaggio di canaletti “a becco d’oca” effettuato al torchio.
La ricostruzione, a volte molto complessa, viene fatta sempre in copia, traendo le informazioni necessarie da registri analoghi dello stesso autore.
Delicati interventi sono spesso necessari anche alle canne di legno. Non è raro il caso di “bocche” rialzate da operatori senza scrupoli nell’intento di modificare arbitrariamente il timbro delle canne. In queste situazioni si opera con prudenza, seguendo le tracce delle quote originali e ricostruendo le parti mancanti, come si può vedere nella foto che segue. Questo permette di ripristinare le condizioni originarie di emissione sonora delle canne.
La meccanica
Gli interventi sulla meccanica comunemente comprendono la disossidazione dei metalli ferrosi, la calibratura dei punti di attacco, la riduzione dei laschi e molte altre operazioni necessarie a conferire precisione di funzionamento e a ridurre la rumorosità. Ma a volte si richiedono interventi più impegnativi, come illustrato nel video che segue: tiranti in ferro mancanti vengono forgiati all’incudine, esattamente come facevano secoli fa i nostri predecessori.
Il ripristino del suono
Un aspetto determinante per la buona riuscita di un intervento riguarda il ripristino delle sonorità. Bisogna saper analizzare e individuare lo stile d’intonazione applicato dall’autore, saper isolare e correggere le manomissioni e le modifiche. E’ molto complesso descrivere compiutamente questo processo, ma alcune tecniche innovative possono dare un’idea della serietà con la quale i Fratelli Ruffatti affrontano il problema.
Vedi: |
Il ripristino delle sonorità è sempre congiunto alla ricerca di corista e temperamento antichi, con l’intento di ripristinare almeno la più antica configurazione riscontrabile con attendibilità.